Between spaces of silence and (re)existences: the trajectory of Venezuelan children in early childhood education
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italianoAbstract
L'aumento dei flussi migratori verso il Brasile a partire dal 2010 ha richiesto una nuova prospettiva sulle migrazioni internazionali, in particolare quelle provenienti dal Sud Globale. In questo contesto, è aumentato anche il numero di bambini immigrati in Brasile, rendendo necessario uno sguardo specifico su questo gruppo sociale. Pertanto, l'articolo si concentra sull'esperienza dei bambini venezuelani nell'educazione dell'infanzia e cerca di identificare le sfide e le opportunità nel campo sociale ed educativo per l'accesso e la permanenza dei bambini immigrati nella rete scolastica municipale. Attraverso il monitoraggio dei bambini immigrati nelle istituzioni educative, si cerca di trovare approcci metodologici che superino la universalizzazione e l'impersonalità storicamente prodotte dalla colonialità e dall'adultocentrismo, escoltando il bambino immigrato come soggetto che possiede la sua parola, che produce cultura e dovrebbe partecipare allo spazio politico. Metodologicamente, l'articolo si basa su principi etnografici e sulla metodologia della ricerca con i bambini. Pertanto, l'approccio metodologico si impegna a rompere la logica adultocentrica predominante nelle scienze sociali e umanistiche, in modo che la ricerca sul campo nelle scuole municipali si basi sull'incontro, sul dialogo, sull'osservazione e soprattutto sull'ascolto dei bambini venezuelani. L'articolo solleva riflessioni sulle lacune nel diritto all'educazione e sulla necessità di agire per la costruzione e l'inclusione di saperi diversi, modi di essere e di vivere negli spazi dell'educazione dell'infanzia. Nonostante lo studio sia un caso specifico nella città di Santa Maria, nello stato di Rio Grande do Sul, può fungere da punto di partenza per discutere e suggerire politiche pubbliche versoa un'educazione emancipatoria, interculturale e di lotta contro la discriminazione.