Call for paper

Pedagogia delle Differenze V. 53 N. 1 (2024)

Numero monografico:

“La multimodalità nel linguaggio: aspetti linguistici, pedagogici e didattici

 

A cura di:

Fabio Bocci (Università degli Studi Roma Tre), Sabina Fontana (Università degli Studi di Catania)

 

Lingue: Italiano, Inglese, Francese, Spagnolo

Lunghezza massima: 35.000 caratteri (spazi inclusi)

Scadenza invio proposte: 1 aprile 2024

Risultati della peer review: 30 aprile 2024

Revisione dell'articolo: 15 maggio 2024

Il numero sarà pubblicato nel giugno 2024

La multimodalità è una nozione tanto attuale quanto problematica, che compare in vari contesti dalla didattica alla linguistica ma con accezioni differenti. Da una parte, questa nozione viene usata per indicare l’uso multimediale di strumenti per la didattica, dall’altra indica l’uso di gesti in co-occorrenza con il parlato. Un primo obiettivo che si pone questo volume è quello epistemologico. Occorre chiarire che cosa significa multimodalità e in che relazione si pone con la multimedialità. Indubbiamente si tratta di due nozioni strettamente correlate anche ad una visione ampia di lingua, intesa come comunicazione faccia a faccia con le sue diverse dimensioni enunciative e la sua natura inevitabilmente multimodale. Tradizionalmente, la lingua è vista come un fenomeno omogeneo, basato su regole solide, strutturata prevalentemente su una dimensione lineare monomodale. Questa tendenza è stata condizionata dalla potenza del modello della scrittura che non riesce a rappresentare quei fenomeni cinesici che accompagnano il parlato e dalla difficoltà di rilevare e descrivere fenomeni evanescenti e fortemente legati al contesto dell’enunciazione. In quest’ottica, i gesti co-verbali sono stati tradizionalmente considerati tra i fenomeni cosiddetti ‘paralinguistici’ e in un certo senso secondari rispetto al parlato. Al contrario, sappiamo che gli esseri umani comunicano in modi diversi a seconda delle lingue nel repertorio, delle loro intenzioni, dei loro bisogni comunicativi, dei loro valori, dalla loro appartenenza e infine delle risorse semiotiche presenti nel contesto. Per esempio, il parlato può essere integrato da gesti deittici (indicando un oggetto presente nel contesto) e rappresentativi (come per esempio il gesto per ‘caffè’). Nella comunicazione faccia a faccia entra in gioco anche la dimensione intersoggettiva dei partecipanti, che consiste in una relazione che si struttura tra due corpi in uno spazio situato e che svolge una funzione centrale nell’interazione con il mondo e nella costruzione del modo in cui comprendiamo il mondo degli altri.

L’interesse a tale ambito di studio, di ricerca e di applicazione sul campo, va inquadrata, inoltre, all’interno di una più ampia riflessione sui processi inclusivi che interpellano le pratiche scolastiche e sociali. Tale collocazione si rende necessaria per evitare, pur nella specificità dell’oggetto posto a tema del numero monografico, che si cada nello specialismo e nel tecnicismo, ossia che possano riprodursi meccanismi e dispositivi marginalizzanti ed escludenti anche laddove si persegue esattamente il contrario.

Sono pertanto accolti in questo numero monografico in riferimento alla multimodalità nel suo collocarsi sullo sfondo dei processi inclusivi e nel suo dialogare con la multimedialità:

 

  • riflessioni teoriche;
  • studi;
  • esiti di ricerca;
  • sperimentazioni;
  • esperienze sul campo presentate quali buone prassi.